sabato 20 gennaio 2007
DAL LIBRO CHE STO LEGGENDO
Perchè no, perchè non dovevo cercare la Maga, tante volte mi era bastato affacciarmi, arrivando da rue de Seine, all'arco che dà sul quai de Conti, e appena la luce di cenere e di oliva che ondeggia sul fiume mi lasciava distinguere le forme, subito la sua figurina sottile si disegnava sul Pont des Arts, giravamo da quelle parti a caccia di ombre, a mangiare patate fritte nel faubourg Saint-Denis, a baciarci vicino ai barconi del canale Saint-Martin. Con lei io sentivo crescere un'aria nuova, i segni favolosi dell'imbrunire o il modo con ci le cose si disegnavano quando stavamo vicini e nelle cancellate della Cour de Rohan i vagabondi s'innalzavano al regno pauroso e lunare dei testimoni e dei giudici...Perchè non dovevo amare la Maga e possederla sotto decine di cieli di stanze a seicento franchi, in letti con le coperte sfilacciate e maleodoranti, se in quel vertiginoso gioco del mondo, in quella corsa nei sacchi io mi riconoscevo e mi davo nome, alla fine e fino a quando fuori del tempo e delle sue gabbie con scimmie e definizioni, delle sue vetrine Omega Electron Girard Perregaud Vacheron & Constantin che segnavano le ore e i minuti dei sacrosanti doveri castratori, in un'aria dove gli ultimi nodi andavano sciogliendosi e il piacere era specchio di conciliazione, specchio per allodole ma specchio, quasi come un sacramento da essere a essere, danza intorno all'arca, inizio del sogno bocca contro bocca, a volte senza scioglierci, i sessi uniti e tiepidi, le braccia come guide vegetali, le mani che accarezzavano attente una coscia, un collo...
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